Annalisa Camilli è una giornalista che si occupa prevalentemente di reportage e inchieste. Classe 1980, lavora a Internazionale dal 2007.

La formazione

Laureata in Filosofia Politica all’Università La Sapienza di Roma, ha poi frequentato la scuola di giornalismo Lelio Basso. Dopo questa esperienza ha iniziato uno stage presso la redazione di Internazionale, dove lavora ancora oggi. Ha lavorato anche all’ufficio corrispondenza di Associated Press, a Roma, e a Rai News 24.

I principali lavori

Da diversi anni si è specializzata nelle questioni che riguardano i flussi migratori. È sulle pagine del settimanale Internazionale che racconta le dinamiche dei flussi migratori e le storie delle persone, con l’intento di creare un contesto dove il lettore può immedesimarsi.

Dal 2020, con l’inizio della pandemia, non si è arrestato l’impegno di Annalisa Camilli sul tema delle migrazioni. Infatti, oltre a coprire sin dall’inizio le notizie sul coronavirus, non ha abbassato l’attenzione sulle zone di confine continuando a raccontare ciò che accadeva.

Quest’anno, a venti anni dal G8 di Genova, sempre per Internazionale, ha ricostruito e raccontato gli eventi e gli scontri di quei giorni attraverso il podcast “Limoni”.

Il muro nella foresta

Nei suoi lavori Annalisa Camilli adotta il taglio del reportage narrativo, amalgamando lo stile giornalistico e il ritmo del racconto. A novembre 2021 ha pubblicato uno dei suoi ultimi reportage su Internazionale. “Il muro nella foresta” (dietro paywall, ndr), che è il frutto di un attento lavoro sul campo.

La giornalista è stata al confine tra Polonia e Bielorussia, e si è spinta fino alla zona rossa polacca. Dopo svariati tentativi, grazie all’aiuto di una Ong, è riuscita a valicare il confine e documentare una situazione a cui i giornalisti non avevano accesso.

Limoni

Limoni” è il podcast di Internazionale realizzato in occasione del ventennale del G8 di Genova. Annalisa Camilli è la voce narrante, ma allo stesso tempo si sdoppia dando vita a due piani temporali: la giovane Annalisa che partecipa alle manifestazioni in contrapposizione al qui e ora del ricordo, della riflessione e della ricostruzione.

Il podcast nasce da un lavoro di ricostruzione delle storie dei protagonisti di quegli eventi. L’espediente narrativo della prima persona permette all’ascoltatore, non solo di immedesimarsi, ma di comprendere più a fondo attraverso l’analisi di documenti, archivi storici e testimonianze processuali di un momento storico rilevante nella Storia italiana.


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L’intervista a Annalisa Camilli

L’intervista con Annalisa Camilli è la sesta puntata della terza stagione del podcast. È la seconda volta che incontriamo Camilli. In passato ci ha raccontato del suo percorso formativo e del modo in cui si parla di immigrazione. Quindi se siete interessati a questi aspetti vi invitiamo a recuperare la puntata, la trovate scorrendo l’articolo.

Questa, invece, l’abbiamo pensata come una puntata di fine anno che tira le somme su questa prima parte della terza stagione. Così, con Annalisa Camilli, abbiamo affrontato temi che si trovano al centro dell’agenda giornalmente, ma che spesso rischiano di non avere il giusto peso come nel caso delle migrazioni. Si è parlato anche di anniversari importanti come quello del G8 di Genova.

È attraverso la narrazione di questi eventi, come ci ha ricordato Annalisa Camilli, che il giornalista che lavora sul campo può portare un valore aggiunto alle storie delle persone. Inoltre, parlando del giornalismo embedded, la giornalista ha sottolineato l’importanza di non essere semplici portavoce di organizzazioni, enti e Ong; il giornalista non può rinunciare alla propria indipendenza.

Bisogna avere sempre chiaro il punto di vista da cui si raccontano le storie. Annalisa Camilli consiglia agli aspiranti giornalisti a problematizzare e mettere in discussione le proprie fonti, quello che si è visto e quello a cui si è avuto accesso. Ci ha detto che solo in questo modo si può restituire un’immagine veritiera della realtà.

Domande fuori onda

Abbiamo chiesto a Annalisa Camilli di svelarci alcuni segreti del mestiere in cinque domande fuori onda.

  1. I tuoi libri di ispirazione a livello giornalistico?
    «I libri che mi hanno ispirato nel mio lavoro sono stati tanti: La Frontiera di Alessandro Leogrande, Il volo di Horacio Verbitsky, Elogio del margine-Scrivere al buio di bell hooks».
  2. Libri che stai leggendo ultimamente e che ti stanno piacendo tanto?
    «Il femminismo è per tutti di bell hooks, ho sul comodino Crossroads di Jonathan Franzen, ma non l’ho ancora cominciato».
  3. Gadget tecnologico da cui non puoi separarti?
    «Il telefonino».
  4. Quali sono le migliori App per smartphone o desktop che usi per lavoro?
    «Signal, Dropbox, MoviePro, Final Cut, Drive».
  5. Podcast o newsletter che leggi spesso?
    «The Essential, Prima, La città dei vivi».

Come parlare di immigrazione – con Annalisa Camilli (S01 E32)

Nell’intervista del 2018 parliamo di:

  • L’artigianalità e il mestiero del giornalismo;
  • Cercare di essere poliedrico e versatile nel lavoro;
  • Il lavoro e la redazione di Internazionale;
  • Cronache dal Mediterraneo, il racconto sulla nave Astral di Proactiva Open Arms;
  • Coprire l’immigrazione dalle imbarcazioni ONG, in prima linea;
  • Come si struttura una giornata da inviato;
  • Le difficoltà emotive e psicologiche;
  • Non fare “interviste rubate“.

Libri, link ed extra

  • Fonti istituzionali consigliate:
    Istat, Ministero dell’Interno, Refugee Agency‏, CIR Rifugiati.
  • Altre fonti consigliate:
    Matteo Villa, Valerio Cataldi, Raffaella Cosentino, Angela Caponnetto, Sergio Scandura, Pino Finocchiaro, Nello Scavo, Francesca Mannocchi, Alessio Romenzi.
  • Libro consigliato:
    Amira HassDomani andrà peggio. Lettere da Palestina e Israele, 2001-2005
  • Tool utilizzati:
    Tweetdeck.

Dove trovare Annalisa Camilli

Sul suo Instagram, Twitter, LinkedIn, Facebook.

Altre puntate collegate a queste interviste:


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