Alessandro Sahebi è un giornalista freelance e attivista che si occupa di politica, di giustizia sociale e di disuguaglianze. Nato nel 1989, scrive per The Post Internazionale, Left, The Vision e Affari Italiani.

La Formazione

Alessandro Sahebi ha una formazione meno canonica rispetto ad altri giornalisti. Ha studiato Lettere e filosofia all’università e la sua prima esperienza di scrittura è iniziata come blogger, mentre lavorava come aiuto bibliotecario, con il blog Ideologorroico (ora chiuso).

Il lavoro al giornale locale

Sahebi ha poi iniziato a scrivere per il giornale locale della sua città, prima come corrispondente e collaboratore, poi come redattore fino a prendere il tesserino da pubblicista. Qui ha avuto la possibilità di fare esperienza sul campo, di osservare come i giornali locali svolgano un ruolo fondamentale nella formazione di cittadini consapevoli.

Dalla redazione al freelancing

Nel novembre 2020 Alessandro Sahebi ha deciso di ritagliarsi uno spazio personale dove scrivere: un nuovo blog che si chiama, appunto, Alessandro Sahebi. Ora, oltre all’attività su Instagram, alle collaborazioni con testate online e cartacee e alle interviste, ha anche una newsletter mensile gratuita dedicata alla disuguaglianza. Sahebi è anche digital strategist, si occupa di aiutare le startup e le aziende a crescere.


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L’intervista ad Alessandro Sahebi

L’intervista ad Alessandro Sahebi affronta in particolare i temi della formazione, del lavoro da freelance e della sostenibilità economica del giornalismo.

Con Alessandro Sahebi abbiamo parlato della sua formazione da giornalista. In particolare ci ha raccontato come per iniziare la carriera giornalistica non esista solo la possibilità di iscriversi a un master ma anche quella di fare gavetta in una realtà più piccola, anche se spesso considerata di “serie b”. Lavorare a livello locale è un modo efficace per crescere professionalmente e imparare a fare giornalismo sul campo.

Successivamente Alessandro Sahebi ha parlato del ruolo che i social hanno giocato nella sua carriera e del ruolo che hanno oggi, più in generale, nel giornalismo. L’aver acquisito determinate competenze di comunicazione e divulgazione sui social media ha permesso a Sahebi di confezionare un valido biglietto da visita con cui presentarsi alle redazioni di testate nazionali.

Abbiamo continuato parlando del lavoro da freelance, con i privilegi e gli oneri che ne derivano. Sahebi ha sottolineato come, per chi vuole lavorare come libero professionista, sia importante partecipare ad eventi, workshop, fare rete con altri giornalisti e, in generale, farsi conoscere, anche a rischio di fare qualche figuraccia. A questo ha aggiunto che ritagliarsi uno spazio sui social come professionista può essere un modo per raccontare i temi che non si trovano nei giornali mainstream o che vengono raccontati in maniera approssimativa. Infine Sahebi ha parlato delle condizioni di retribuzione dei giornalisti e, in particolare, di come sia difficile sostenersi in maniera dignitosa e completa lavorando solo come giornalisti freelance.

Un altro capitolo importante dell’intervista è rappresentato da come il capitalismo influenza il mondo dell’informazione. Chiunque lavori nel giornalismo, anche da poco, conosce l’importanza delle dinamiche legate all’algoritmo: questo significa che anche le notizie rispondo a una logica di azienda privata che agisce nell’ottica di creare profitto e crescita. L’importante è avere la consapevolezza di sapere che non ci si sta muovendo in un ambiente neutro. Sempre in quest’ottica i finanziamenti pubblici alla stampa diventano una garanzia di indipendenza dei giornali e dei giornalisti.

Domande fuori onda ad Alessandro Sahebi

Abbiamo chiesto a Alessandro Sahebi di svelarci alcuni segreti del mestiere con alcune domande fuori onda.

  1. Libri di ispirazione?
    «Tanti, non ne ho uno solo. Invertire la rotta di Joseph Stiglitz è stato importante».
  2. Libri che stai leggendo ultimamente e ti stanno piacendo tanto?
    «Adesso sto leggendo: Bullshit Jobs di David Graeber, Capitale e Ideologia di Piketty, Il socialismo è morto, viva il socialismo di Carlo Formenti e La società senza dolore di Byung-Chul Han».
  3. Gadget tecnologico da cui non puoi separarti? 
    «Purtroppo il telefono».
  4. App per smartphone o desktop che usi per lavoro?
    «Google Alert, è davvero uno strumento indispensabile».
  5. Podcast o newsletter che leggi spesso?
    «Il podcast di Barbero e Barbasophia».
  6. Quotidianamente, per formarti come giornalista, leggi o segui blog, profili Twitter/Instagram o giornalistз in particolare?
    «Ne leggo tantissim*, se ne elenco dieci faccio torto a cento!».

Dove trovare Alessandro Sahebi

Su Instagram e Twitter.

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